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Domenica 17 maggio ore 11, Convitto Vittorio Locchi
La Musica del Vivo: Quartetto d’archi con aggiunta di contrabbasso, clarinetto e mezzosoprano 
 
Santiago Bianchi: Quintetto per clarinetto 
Alessandro Malcangi: Instinctive
Elena Postumi: Primi tre movimenti del Quartetto 
Gilberto Bartoloni: Adagio dal Quartetto n. 1 
Tiziano De Felice: I e II movimento dal Quartetto 
Gabriele Blasco: II e I movimento dal Quartetto per archi 
Ruben Micieli: Quintetto d’archi n. 1 "Maestro" 
Jacopo Proietti: 4 scherzi per quartetto d’archi 

Chiude la rassegna a cura di Musica del Vivo un quartetto d’archi capace di trasformarsi in quintetto grazie all’apporto di contrabbasso, clarinetto e mezzosoprano, creando un organico modulabile che esplora una gamma di colori e possibilità espressive sorprendente. Il programma si apre con Montserrat, di Santiago Bianchi, un brano che vuole giocare sull’equilibrio perfetto tra cinque strumenti: ciascuno autonomo, ma capace di fondersi in un intreccio sonoro limpido ed elegante, quasi una scultura musicale in bianco e nero. Segue Instinctive, di Alessandro Malcangi, nato da un’improvvisazione per clarinetto e poi ampliato con quartetto d’archi, mette in scena un dialogo spiritoso e leggero dai repentini cambi di atmosfera. Con Ancestrale di Elena Postumi, la poesia di Goliarda Sapienza prende corpo nella voce del mezzosoprano, sospesa sopra un quartetto pulsante e inarrestabile, che intreccia lirismo e forza vitale. Seguono pagine intense e di grande contrapposizione: Adagio, dal Quartetto per archi n.1, di Gilberto Bartoloni, costruito come un conflitto tra serena contemplazione e delirio febbrile, e i primi due movimenti-rituali del Quartetto di Tiziano De Felice, che fondono serialismo e suggestioni arcaiche, evocando una danza primordiale dai colori accesi. Di ispirazione classica il lavoro di Gabriele Blasco, che riprende forme tradizionali – allegro, adagio-canone, scherzo e fuga – ma le reinterpreta con contrasti tra armonie eteree e glissandi impetuosi. L’omaggio affettuoso di Ruben Micieli al proprio maestro Aquiles Delle Vigne, con il Quintetto “Maestro”, introduce invece una scrittura intensa e solenne, costruita sulla celebre cellula ritmica della Quinta di Beethoven, alternando ombre gravi a improvvisi squarci luminosi. A chiudere, Quattro Scherzi per quartetto d’archi di Jacopo Proietti, che iniziano come un gioco ironico, ma progressivamente abbandonano la leggerezza per approdare a un’intimità sempre più autentica, quasi a ricordarci che anche dietro la maschera del sorriso si cela un volto umano e vulnerabile.

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