La trascrizione per pianoforte a quattro mani degli Airs de Ballet dalle Indes Galantes di Jean-Philippe Rameau (1683–1764), realizzata da Léon Roques (1839–1923) e pubblicata da Durand nel 1908 sotto la direzione di Camille Saint-Saëns (1835–1921), segna un momento di rilievo all’interno del vasto progetto di edizione critica avviato da Saint-Saëns nel 1894, fondamentale per il rinnovato riconoscimento di Rameau in epoca moderna. Con questa incisione, il duo ha firmato la prima registrazione mondiale della trascrizione di Roques.
Con spirito diverso, ma analoga attenzione al passato, le trascrizioni di Ottorino Respighi (1879–1936) delle Antiche Danze ed Arie per Liuto rivelano non solo l’interesse per le melodie rinascimentali e seicentesche, ma anche la capacità di reinventarle in chiave personale: temi semplici e popolari si trasformano grazie a raffinate armonizzazioni e a un contrappunto denso e coloristico, dando vita a un linguaggio che fonde erudizione e modernità.
Su questa linea di dialogo con la tradizione si inserisce Echoes of an Ancient Madrigal di Andrea Benedetti (1985), composto per il duo nell’ambito del progetto Istante Dante. Il brano per pianoforte a quattro mani si ispira al madrigale Quivi sospiri, pianti e alti guai di Luzzasco Luzzaschi (1545–1607), a sua volta nato dai versi 22–24 del Canto III dell’Inferno. Qui il ritorno all’antico si trasfigura in una scrittura contemporanea.