Il recital di Simone Rugani propone un itinerario che unisce invenzione narrativa e grande architettura sonora, accostando due capolavori del repertorio pianistico. L’apertura è dedicata ai Sei pezzi da “Romeo e Giulietta” op. 75 di Sergej Prokofiev, trascrizioni pianistiche tratte dal celebre balletto. Pagine in cui la forza teatrale incontra una scrittura danzante e brillante, restituendo l’intensità drammatica della vicenda shakespeariana attraverso ritmi incisivi, colori ironici e momenti di lirismo sospeso. A seguire, la monumentale Sonata n. 3 in fa minore op. 5 di Johannes Brahms, scritta dal giovane compositore a poco più di vent’anni ma già intrisa di potenza sinfonica e complessità formale. Un’opera che coniuga vigore e introspezione, ardore romantico e solidità strutturale, divenendo una delle sonate più imponenti dell’Ottocento. Rugani si misura così con due universi contrastanti: la modernità teatrale di Prokofiev e la vastità romantica di Brahms, in un percorso che mette in luce la sua sensibilità e la sua maturità interpretativa.